La fame, crimine contro l’umanitá

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Secondo il rapporto 2013 della FAO  sulla Situazione di sicurezza alimentare  mondiale, circa 842 milioni di persone al mondo sono sottonutrite, e questa cifra é probabilmente sottostimata rispetto al numero effettivo di persone che soffrono la fame nel mondo. Anche nei paesi ricchi come gli Stati Uniti e in Europa, decine di milioni di persone non hanno abbastanza risorse per mangiare a sufficienza ogni giorno. I bambini sono particolarmente colpiti dalla fame: nel 2011si stima che 19 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni erano in uno stato di malnutrizione acuta grave.


Il numero di morti dovuto  alla fame é stato valutato tra 15.000 e 20.000 al giorno, un numero equivalente a quello delle vittime quotidiane della seconda guerra mondiale. I due terzi delle vittime sono bambini. Questo significa che in meno di dieci giorni, la fame uccide tante persone quante sono le vittime dall’inizio del conflitto in Siria.


Ogni anno, circa 5 milioni di persone muoiono perché non mangiano a sufficienza! Di cui i due terzi sono bambini! Questo disastro si origina in un mondo di abbondanza dove c’é piú cibo del necessario per nutrire tutti in modo adeguato!


Questa situazione non é una coincidenza. É il risultato del comportamento umano: proviene da una serie di scelte politiche,  dal modo  in cui il sistema alimentare mondiale  é organizzato e dal fatto che i nostri leader non investono il denaro dove possa salvare il maggior numero di vite umane.

I piccoli produttori che costituiscono gran parte degli affamati sono esclusi dai cosiddetti programmi di sviluppo e vengono privati dei servizi che dovrebbero aiutarli ad uscire dalla povertá e dalla fame (divulgazione, finanza, istruzione, sanitá,  etc.). I loro diritti sono violati (diritto alla terra, all’acqua, diritto forestale e all’uso delle risorse genetiche animali e vegetali) e sono privati cosí delle risorse indispensabili  alla loro sopravvivenza e al loro sviluppo, a favore delle élite locali e delle multinazionali.


L’adozione del modello economico liberale, inizialmente con l’attuazione dei programmi di stabilizzazione e di adattamento strutturale nel corso degli anni 80 e 90, successivamente con le regole imposte dall’OMC, ha messo i piccoli produttori agricoli dei paesi non industrializzati in una situazione svantaggiosa: devono competere con i produttori dei paesi ricchi tecnicamente molto avanzati e fortemente sovvenzionati, e non hanno alcuna possibilitá di farcela e di sopravvivere dignitosamente.


La fame é anche il risultato della scelta di non prendere decisioni che potrebbero  eliminarla quasi immediatamente. Le stime indicano che con circa il 2% della produzione alimentare mondiale, che oggigiorno é abbondante e piú che sufficiente, e ad un costo di meno di 30 miliardi di dollari annuali sarebbe possibile garantire l’accesso ad un’alimentazione sufficiente  alla totalitá della popolazione mondiale. Quest’importo rappresenta meno dello 0,2% del PIL mondiale, meno del 2% delle spese militari mondiali e circa la metá delle entrate attese dalla tassa sulle transazioni finanziarie introdotta nei paesi dell’Unione europea. Con questo denaro, si potrebbero salvare milioni di vite e  avere un impatto diretto e positivo sulla crescita economica, perché si potrebbe cosí rinforzare la capacitá fisica e intellettuale delle persone affamate e renderle piú capaci di contribuire allo sviluppo economico e di beneficiarne maggiormente.


Perfino nei paesi che riconoscono il diritto all’alimentazione, la situazione non  é  affatto migliorata in maniera significativa,  ció dimostra che adottare una legge non ésufficiente per assicurarsi che le azioni necessarie siano intraprese.


Se vogliamo che le cose cambino e che la fame sia realmente eliminata, dobbiamo obbligare  chi prende le decisioni ad agire e a mettersi davanti le proprie responsabilitá. Se non agiscono, dovranno subirne le conseguenze.


Oggigiorno, numerosi crimini sono riconosciuti, a livello internazionale, come crimini contro l’umanitá . Ma non fare tutto il possibile per far uscire i propri concittadini dalla fame, il piú grande di tutti, quello che fa il maggior numero di vittime, milioni ogni anno, non lo é.


Questo deve cambiare. Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, di fare il necessario  affinché questo cambi e che questo crimine sia finalmente riconosciuto come crimine contro l’umanitá cosí che le decine di milioni di persone, che rischiano di morire nel corso dei prossimi 10 anni, siano salvate.




Dite a Ban Ki-moon che la fame è un crimine contro l’umanità

Ultimo aggiornamento:    aprile 2014

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